I giovani cinesi tra i 16 e i 25 anni per lo shopping on line preferiscono il made in China. È emerso dal rapporto “Internet 2018 + Sviluppo dei marchi cinesi” dell’Istituto di ricerca Jingdong, legato alla Communication University of China di Pechino e pubblicato nel mese di maggio, a un anno di distanza della prima Giornata dei marchi cinesi.

Tra i vari fenomeni segnalati nel rapporto, come la prevedibile differenza tra i comportamenti degli acquirenti digitali nelle zone economicamente più avanzate e in quelle più arretrate del paese, ciò su cui i commentatori cinesi si sono più soffermati è il dato riguardante le preferenze dei jiulinghou, i giovani cinesi nati negli anni novanta, e dei millennials. È questo infatti il gruppo in cui si registra, per il 2017, la crescita maggiore nell’acquisto online di prodotti made in China: più 6 per cento rispetto al 2016, per un “peso” nella crescita totale del consumo di marchi su Internet pari al 4%.

Una notizia che dovrebbe allertare i marchi internazionali, spesso ancora convinti che il mercato cinese rappresenti una possibilità senza limiti. I marchi cinesi hanno raggiunto uno stadio di maturità tale da poter soddisfare i bisogni dei consumatori in molti settori.

Il rapporto dell’Istituto di ricerca Jingdong segnala comunque che anche nel gruppo di consumatori più anziani, di età superiore ai 55 anni, si è verificato un aumento del consumo online di marchi cinesi. Merito anche della visione, promossa fin dagli anni Duemila dalla dirigenza cinese, di una Repubblica popolare che da “fabbrica del mondo” diventi oasi di creatività e qualità, obiettivo a cui punta l’ambizioso progetto “Made in China 2025”: il rallentamento della crescita economica cinese, entrata nella fase del “new normal” (xin changtai), ha obbligato Pechino a ripensare al proprio modello di sviluppo e a investire sempre di più su settori ad alto tasso di innovazione, come le industrie culturali e creative.