L‘Italia è, in Europa, la regina della qualità dei prodotti alimentari. L’Italia, infatti, è il primo Paese per numero di riconoscimeti assegnati dall’Unione Europea in termini di Dop, Igp o stg. L’Istat comunicava, al 31 dicembre 2015, che erano 278 i prodotti agroalimentari di qualità, 9 in più rispetto al 2014. A confermare il trend positivo risulta che dal 2005 al 2015 le specialità Dop (Denominazione di origine protetta), Igp (Indicazione geografica protetta) e Stg (Specialità tradizionale garantita) con certificazione Ue sono quasi raddoppiate (+80,5%), passando da 154 a 278. Oggi, con l’ultima Dop ufficializzata lo scorso 19 dicembre, la Lenticchia di Altamura, si è arrivati a quota 295. E per arrivare a 300 manca poco, considerando che sono 8 (oltre alla Salsiccia Lucanica di Picerno Igp anche le Mele del Trentino Igp, il Cioccolato di Modica Igp, il Marrone di Serino Igp, la Pitina Igp, l’Olio di Puglia Igp, la Mozzarella di Gioia del Colle Dop e l’ultima arrivata, la Provola dei Nebrodi Dop) i prodotti italiani in attesa del via libera europeo. Nonostante questi dati positivi, le vendite di questi prodotti non conoscono lo stesso incremento favorevole. Osservando i dati a disposizione delle vendite, i riconoscimenti economici vanno a pochi, come ad esempio Grana Padano (Dop), Parmigiano-Reggiano (Dop), Prosciutto di Parma (Dop), Aceto Balsamico di Modena (Igp), Prosciutto di San Daniele (Dop) e ad alcuni seguiti dallo Studio Consulenza Brevetti Cioncoloni S.r.l., tra cui Mozzarella di bufala Campana (Dop), Mortadella di Bologna (Igp), Gorgonzola (Dop), Pecorino Romano (Dop), Bresaola della Valtellina (Igp). Come affermato recentemente dal Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, se oggi le prime 10 Dop e Igp sviluppano l’80% del fatturato complessivo, occorre far salire la lista ad almeno 20 prodotti in tre anni. Il quesito che sorge è il perchè ci sia una corsa alla certificazione in mancanza di un riscontro del mercato. Come comunicano da Alleanza Cooperative Agroalimentari, l’Europa ha fornito, con le denominazioni, uno strumento importante per poter garantire il consumatore sulla provenienza dei prodotti e tutelare gli stessi prodotti perché non vengano imitati. Allo stesso tempo, i fondi che l’Europa mette a disposizione per promuovere le specialità risultano, per molti soggetti, interessanti.I produttori, potrebbero, quindi avvantaggiarsene. Si parla di riserve che vanno da 100 a 200 milioni di euro all’anno.