E’ attesa per oggi l’approvazione dell’Aula di Montecitorio, per il successivo passaggio al Senato, della norma inerente Start-Up e Patent Box.

Iniziando dalle Start-Up verrà esteso l’incentivo da quattro a cinque anni senza alcun obbligo di firma da parte di un notaio. Dette agevolazioni fiscali saranno dirette a persone fisiche e società che decidono di investire in Start-Up innovative. Il limite sopra ricordato, che incentivava esclusivamente le aziende nate da quattro anni, viene ora esteso a cinque anni dalla costituzione della Start-Up innovativa, ampliando la platea dei soggetti beneficiari dell’incentivo. Il Governo stima il costo in 2 milioni per il 2015, 16,9 milioni per il 2016, 11,1 milioni per il 2017, 3,1 milioni per il 2018 e 6,5 milioni annui dal 2019. La copertura di tali costi è stata modificata rispetto a quanto deciso in commissione: 500mila € verranno attinti dal Fondo Unico per la Giustizia e, contestualmente, si rinuncia all’assorbimento di risore dal fondo bonifiche per l’amianto.
In merito alla possibilità di redigere l’atto senza la presenza del notaio, sarà possibile utilizzare lo strumento della firma elettronica e di una modulistica messa a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Per quanto concerne le PMI Innovative, introdotte con l’Investment Compact, dovranno essere società di capitali, anche cooperative, e saranno incentivate esclusivamente quelle società che hanno effettuato la loro prima vendita commerciale da non più di sette anni. Le imprese che operano dal oltre sette anni potranno anch’esse accedere a incentivi fiscali ma dovranno presentare un piano di sviluppo per nuovi prodotti, servizi o processi.

Da ultimo, non in ordine di importanza, verrà votata la possibilità di rinnovare il regime fiscale relativo al Patent Box – ovvero i redditi derivanti dallo sfruttamento di marchi e brevetti – oltre i cinque anni. Pertanto, fosse approvata la norma, si avrebbe una tassazione agevolata, ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap, per i redditi provenienti dallo sfruttamento di beni immateriali, quali marchi e brevetti. Per sfruttamento si intende, nel caso di specie, concessione in uso o sfruttamento diretto dei titoli di proprietà industriale.

Sempre nel settore dei brevetti sarà votata la possibilità, in favore dell’Istituto Italiano di Tecnologia, di costituire o partecipare a Start-Up innovative. Ciò è stato previsto per evitare di snaturare l’attività dell’Istituto e renderlo un’agenzia di brevetti responsabile dello sfruttamento commerciale della proprietà intellettuale prodotta da università e centri di ricerca.