La tutela degli asset di proprietà intellettuale, in Italia, viene spesso valutata come non prioritaria e, pertanto, differibile nel tempo. Altresì molti titolari di brevetti, marchi o modelli neppure tentano di adire le vie giudiziarie per veder tutelati i propri diritti inerenti il loro portafogli di proprietà intellettuale.

Le motivazioni che portano a tali pensieri aziende, imprenditori e privati risiedono, probabilmente, e in prima battuta, in una mancanza di fiducia nei confronti della tutela di marchi e brevetti da parte delle istituzioni italiane. Alla mancanza di fiducia si aggiungono le tempistiche che oggi ha la giustizia italiana. Altre volte è la mancanza di fondi a farla da padrone. Proprio a tale scopo sono stati aperti dei canali di finanziamento per marchi, brevetti e disegni/modelli. In merito a ciò ricordiamo come da poco tempo è stato pubblicato un secondo bando, denominato Disegni+ 2, per lo sviluppo imprenditoriale proprio di disegni/modelli.

A supporto di quanto sopra detto il rapporto WIPO 2013 su gli indicatori della proprietà intellettuale. Da quanto emerge le imprese italiane sono arretrate nella tutela della proprietà intellettuale e sono un numero esiguo quelle presenti nel rapporto.

Bisogna tenere a mente che, qualora si riesca a tutelare e valorizzare le proprie innovazioni, il businness ad esse collegate ne trarrà sicurente vantaggio in termini economici e di competitività. In molti casi il vantaggio imprenditoriale dato da marchi o brevetti, ma non solo, porta ad accrescere la propria forza con istituti di credito e ad avere una maggiore possibilità di reperire acquirenti/licenziatari del proprio marchio o brevetto sul mercato, sia esso italiano che estero. In particolar modo punto lo sguardo all’estero in quanto i brand italiani sono, da sempre, sotto l’occhio di investitori stranieri. Oggi in particolar modo, a causa della crisi, aziende straniere potrebbero essere ben liete di entrare in un mercato con un marchio del territorio e la forza imprenditoriale estera.

Alla luce di ciò ritengo sia necessario puntare sulla cultura d’impresa e premere l’acceleratore su una riforma della giustizia che conduca ad una tutela rapida ed efficiente le imprese e i privati che vogliano tutelare le proprie invenzioni.