Pfizer prepara l’offerta per AstraZeneca e se fosse confermata la voce che circola si aggirerebbe intorno agli 80 miliardi di €uro, la più grande acquisizione in ambito farmaceutico mai realizzata. Intanto i titoli a Wall Street iniziano a volare di oltre il 5% ciascuno. L’offerta transatlantica, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, non è ancora stata confermata dalle due aziende.

I primi segni di interesse risalgono ad un paio di mesi fa, quando AstraZeneca, ha ricevuto una prima offerta informale, successivamente declinata.

Dopodichè, pur avendo rifiutato l’offerta, AstraZeneca ha assunto Goldman Sachs e Morgan Stanley quali banche cui affiancarsi in caso di nuova offerta da parte del colosso americano.

Pfizer ha molta liquidità al di fuori degli Stati Uniti, oltre 60 miliardi di dollari esenti dalla tassazione americana, ed aveva annunciato di volerli investire. La Pfizer, infatti, ha già ammortizzato l’acquisto delle Wyeth, 68 miliardi spesi nel 2009, e i 56 miliardi per Pharmacia nel 2002. L’acquisizione di AstraZeneca comporterebbe un pesante investimento per l’azienda americana dal quale deriverebbero numerose sinergie tra le due imprese.

I pareri in merito ad una nuova proposta di Pfizer sono discordanti: secondo Citigroup una proposta ufficiale è “altamente probabile“. Di parere esattamente opposto è Sandford Bernstein che ritiene la fusione “difficile da credere in quando inconsistente con la strategia implementata finora dall’amministratore delegato di Pfizer, Ian Read“.

L’interesse di Pfizer per AstraZeneca è collegato alla titolarità di nuovi brevetti nel settore dell’immunoterapia dei tumori, dove le previsioni di crescita sono rosee, le cui novità verranno annunciate all’annuale meeting dell’American Society of Clinical Oncology.

Sulla medesima rotta, con importi ridotti, anche Novartis ha da poco concluso l’acquisizione della divisione oncologica della GlaxoSmithKline.