E’ stata modificata la legge su i brevetti software in Nuova Zelanda. La nuova legge impedisce la tutela come brevetto ad un semplice software se questo non sia collegato ad un prodotto fisico. Qualora il software rappresenti un metodo per svolgere un processo questo potrà essere tutelato come brevetto altrimenti, se rimarrà come semplice software, non potrà essere soggetto alla tutela brevettuale.
Per fare un esempio concreto sul funzionamento della legge su i brevetti software in Nuova Zelanda facciamo un esempio: se il software migliora l’efficienza della frenata del nostro veicolo potrà essere protetto come brevetto; se il software si limita ad essere una semplice applicazione per il nostro smartphone non potrà essere soggetto a tutela brevettuale.
Riportiamo alcuni commi significativi della normativa su i brevetti software in Nuova Zelanda:
(1) Un programma per computer non è un’invenzione né un processo industriale per lo scopo d questo Atto;
(2) Il comma (1) impedisce a qualsiasi cosa di essere un’invenzione o processo industriale per gli scopi di questo Atto solo finché una affermazione di brevetto o una richiesta di brevetto riguardano un programma per computer e null’altro.
(3) Una concessione di brevetto o una richiesta di brevetto riguardano un programma per computer e null’altro se la ragion d’essere e l’esistenza dell’invenzione dipendono unicamente dalla sua essenza di programma per computer in quanto tale.
La ragione che ha portato il Paese dei kiwi a modificare la legge brevettuale in tal senso, risiede nella necessità di impedire attività di patent troll che possano ledere corporation locali tramite accordi stragiudiziali su presupposti quanto meno deboli.
In tale ambito la Nuova Zelanda si inserisce sulla scia dell’Europa dove non è possibile brevettare i software. Certamente la legge kiwi è più innovativa rispetto a quella del nostro continente dove non sono brevettabili i software che non abbiano quella capacità aggiuntiva di oltre l’integrazione tra hardware e software.