La contraffazione alimentare è quella più colpita e più sentita dai cittadini italiani. E’ questo ciò che emerge dalla presentazione, ieri a Roma, della ricerca Censis e Ministero dello Sviluppo Economico. La contraffazione alimentare in Italia vale 1,1 miliardi di €uro. Detto valore sale ad oltre 60 miliardi se estendiamo il fenomeno della contraffazione a tutti i prodotti italian sounding.
Il sentimento di spavento che colpisce i cittadini italiani, afferma la Coldiretti, è provocato dagli effetti sulla salute derivanti dalle frodi alimentari. La contraffazione di prodotti alimentari, e la loro vendita in frode, colpisce in particolar modo coloro che hanno un ridotto budget destinato all’acquisto di alimenti. Risparmiare sull’alimentazione oltre un certo limite, continua Coldiretti, mette a rischio la salute dei consumatori. E’ necessario quindi concentrare gli sforzi e dare attuazione all’indicazione di provenienza delle materie prima, da riportarsi sulle etichette dei prodotti.
E’ chiaro quali siano i vantaggi per i contraffattori esteri: avere il vantaggio dato dall’italian sounding senza però avere un prodotto all’altezza delle aspettative, avere un notevole risparmio di costi di gestione in quanto totalmente disconnessi dalla filiera italiana e lontani dagli standard di qualità ed eccellenza che da sempre contraddistinguono il prodotto alimentare italiano.
E’ necessario, aggiunge Coldiretti, raggiungere un accordo sovranazionale per tutelare sia le denominazioni dai nomi contraffatti di prodotti agroalimentari, sia l’origine dei prodotti stessi applicando la legge italiana relativa all’etichettatura dei prodotti.
Confagricoltura aggiunge che il danno non sono limitati all’economia diretta o alla paura di acquistare determinati prodotti ma crea un danno indiretto con una perdita di 40.000 posti di lavoro evidenziando come, il businness dell’agroalimentare, rappresenti il 15% del PIL italiano.
Alcuni esempi eclatanti di pirateria agroalimentare possono essere ricordati tra i seguenti: Spycy Thai Pesto, Parma Salami dal Messico, la Mortadella Siciliana proveniente dal Brasile o il Salame Calabrese prodotto in Canada. A questi si aggiungono il Barbera Bianco dalla Romania, il Provolone prodotto in Wisconsin, gli Chapagetti della Corea, Pizza Colla Cipolla Basilicata prodotta in Olanda o il Mascarpone alla Rucola prodotto in Svezia. E poi i più noti: il Parmesao e il reggianito diffusi in tutto il Sud America, il Pamesello in Belgio e infine, forse il più celebre, il Parmezan in Romania.
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