Si può usare lo stesso nome di un marchio già esistente per un nuovo prodotto o servizio se non c’è confusione merceologica? La risposta è stata emessa da una sentenza della Corte di Cassazione, secondo cui “l’uso di uno stesso marchio non è vietato, se non crea confusione con quello già registrato in precedenza”.
Chi ha registrato per primo il marchio può vietarne l’uso, anche se effettuato sotto forma di dominio internet, laddove si crei una confusione tra prodotti o servizi, disorientando il consumatore finale.
Bisogna però fare attenzione alla differenza tra “marchi forti” e “marchi deboli”. Un tipico esempio è quello della Coca-Cola. Infatti, se si volesse lanciare sul mercato una nuova linea di scarpe con il nome della famosa bevanda, si genererebbe una confusione nel cliente che crederebbe di comprare un nuovo prodotto firmato Coca-Cola. Ciò fa si che questo marchio goda di una tutela ultramerceologica rispetto al proprio core-business. Caso diverso è quello dei marchi deboli, come quelli con nomi di persone o nomi comuni di cose. Ad esempio Diesel è un marchio di abbigliamento, ma potrebbe essere il nome di alcune stazioni di benzina.
Discorso simile vale per i domini, cioè gli indirizzi web. Il proprietario di un marchio non può impedire che terzi utilizzino quello stesso nome per un sito internet che commercializza prodotti completamente diversi. Tra i prodotti non ci deve essere una semplice diversità ma neppure una somiglianza o affinità.