Si conclude in data odierna il l’incontro annuale dell’ICANN a Londra. Tra i vari argomenti trattati si è parlato di domini di primo livello (gTLD) denominati .wine e .vin.
La proposta, avanzata dallo scorso settembre, era stata accantonata in quanto l’organo dell’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) preposto alla gestione delle richieste dei Governi, non era riuscito a raggiungere un valido consenso sull’argomento e pertanto aveva deciso di rinviare la questione.

Da qui si è aperto il dibattito, previsto da regolamento dell’ICANN, sull’approvazione o meno della denominazione del dominio di primo livello e sull’individuazione del soggetto affidatario che stabilisce le regole di assegnazione del dominio di primo livello. Nel caso di specie il soggetto affidatario sarebbe la società Donuts.
Inoltre i primi di giugno 2014 i viticoltori europei hanno tentato invano di stabilire un fronte comune per fronteggiare la problematica dei domini di primo livello (gTLD) denominati .wine e .vin.

La proposta di introdurre questa tipologia di domini ha sollevato, da molte parti, profonde preoccupazioni in quanto tali domini potrebbero collidere con interessi di governi, società, agricoltori e organizzazioni commerciali di ogni genere.
Il rischio principale di creare domini di primo livello denominati .wine e .vin potrebbe causare un abuso di nomi tutelati come indicazioni geografiche di vini. Le indicazioni geografiche, così come le denominazioni di origine, non basano la propria forza e caratteristica sulla novità, come avviene per brevetti, marchi e disegni o modelli. La caratteristica delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine si basa sull’individualità del luogo geografico e sul fattore umano tipici di quella determinata zona geografica ben delimitata dal disciplinare d’uso. Inoltre deve essere ricordato come sono principalmente gli stati europei a volere tutelare le indicazioni geografiche e le denominazioni di origine. Queste ultime tutelate anche attraverso l’Accordo di Lisbona i cui Paesi aderenti, nei prossimi mesi, dovrebbero aprire il dibattito in merito alla tutela delle indicazioni geografiche.

Con risolutezza il rappresentante della Commissione Europea, nel corso dell’incontro di Londra, ha sostenuto che “non possiamo accettare che questi due gTLD siano affidati senza garanzie adeguate“. La motivazione è semplice: potrebbe accadere che un soggetto, non autorizzato ad utilizzare una determinata denominazione, la utilizzi attraverso il proprio sito internet avente come gTLD il .wine o .vin. Ancora più dura la posizione francese che, attraverso il suo ministro per gli affari digitali, Axelle Lemaire, ha detto che “il Consiglio (dell’ICANN) è stato negligente nel trattare questo problema. Il Governo francese ha perso la propria fiducia nell’ICANN. … La Francia adotterà le misure giuridiche necessarie ad evitare un uso fraudolento di questi domini“. Anche il Portogallo, nel corso del proprio intervento, non ha potuto esimersi dal criticare la gestione del problema da parte dell’ICANN, sostenendo che “i Paesi che sono realmente interessata questo affidamento non sono a rappresentare le istanze di tutela. Altrimenti dovremmo pensare che, in questo caso, ci sia stata malafede. … ICANN deve affidare questi gTLD ma non è legittimato a creare problemi economici ai Paesi. … Questo problema deve essere risolto a più alti livelli“.

Avremo modo di vedere più avanti quali sono gli sviluppi e come l’ICANN, e il soggetto affidatario, riescano a tutelare gli interessi di numerose nazioni a discapito, probabilmente, degli interessi economici propri del soggetto affidatario e dei soggetti richiedenti i gTLD denominati .wine e .vin.