Le statistiche relative al deposito brevetti e altri titoli di proprietà industriale nelle Marche sono molto chiare: nel 2013 si è avuto un incremento di oltre 100 domande di brevetto, comprensive di modelli di utilità e design, rispetto all’anno precedente. Le statistiche ufficiali riportano che nel 2014 sono stati ben 654 le richieste di tutela di tipologie varie di titoli di proprietà industriale, ad esclusione dei marchi, depositate da privati e aziende nelle Marche.

Alcuni brevetti sono relativi ad orti verticali per l’interno di abitazioni, metodi innovativi per le costruzioni a risparmio energetico o una tipologia di nuovo dolcificante adatto a soggetti intolleranti.

Da un’indagine svolta da Unioncamere e Università Politecnica delle Marche, è emerso che solo il 20% delle aziende del territorio possiedono titoli di proprietà industriale. Un freno alla tutela dei trovati, così come dei marchi, è dato dalla difficoltà delle aziende di redigere la documentazione autonomamente in quanto reputano molto complesse le procedure burocratiche.

Nella regione Marche nel 2013 sono stati investiti 307,5 milioni di €uro, di cui 153,2 dalle imprese e 143,4 dalle università. Attualmente il settore R&D marchigiano occupa 4422 addetti suddivisi in 2457 ricercatori all’interno delle imprese e 1812 nelle Università.

Unioncamere e Università Politecnica delle Marche hanno sviluppato un progetto pilota per la valorizzazione economica dei brevetti depositati dalle piccole e medie imprese della regione Marche. Tale progetto ha l’obiettivo di accrescere la capacità competitiva delle aziende del territorio. Sono state individuate dodici aziende suddivise per provincia e in settori trasversali: arredamento, forni per cucine, illuminazione pubblica, stampi, agricoltura, dolcificanti, macchine agricole e arredamento. Il pro-rettore dell’Università Politecnica delle Marche ha dichiarato che dovrebbe nascere un servizio ad hoc che possa sostenere, orientare e correggere gli sforzi in materia di proprietà industriale delle imprese marchigiane, con il coinvolgimento del sistema camerale, dell’Università, della Regione, di altri enti pubblici privati e di consulenti in proprietà industriali. Si tratterebbe di un’iniziativa rivolta alle imprese più dinamiche della regione, che possono costituire elemento di traino a tutto il sistema economico regionale.

La ricerca prosegue con uno studio dell’economia digitale collegata: quasi il 30% delle imprese marchigiane non ha un sito internet. Il 66% delle imprese non utilizza i social media. Infine il 92% delle imprese reputano internet un valido strumento per l’internazionalizzazione. Sulla base di ciò Unioncamere e l’Università Politecnica delle Marche proporranno degli interventi formativi e divulgativi sulla tecnologia digitale, tentando di favorire l’inserimento nelle imprese di giovani laureati esperti in economia digitale.